“L’equilibrio si sposta. Le strutture si sfaldano. Il centro non regge più”. Con poche parole, forti e profonde, Lesley Lokko, scrittrice e architetto scozzese con cittadinanza ghanese, descrive il nostro presente. Tutto è in mutazione, niente è come prima. E questo vale anche per l’architettura. Noi professionisti siamo chiamati a svolgere un compito che non si limita alla progettazione di edifici e infrastrutture: gli architetti, come gli urbanisti, i design e i paesaggisti, devono prima di tutto pensare e realizzare il futuro.

The Laboratory of the Future” è il titolo scelto per la Biennale di Architettura 2023, curata proprio da Lesley Lokko. La mostra, visitabile fino al 26 novembre nelle consuete sedi veneziane, si è dimostrata innovativa a partire dai temi trattati. I contenuti delle 6 sezioni, animate dalle creazioni di 89 espositori, sono potenti agenti di cambiamento che si sono focalizzati su due argomenti: la decolonizzazione e la decarbonizzazione.

La rassegna ha promosso un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le sue attività. Ma per evolvere non basta la forma. Serve anche la sostanza. Accanto alle proposte in mostra, ci sono le persone a dare valore al messaggio: oltre la metà dei professionisti che hanno esposto provengono dall’Africa o dalla diaspora africana, l’età media è di 43 anni – il più giovane dei partecipanti ha 24 anni – ed è stato garantito il rispetto dell’equilibrio di genere in fase di selezione.

Inoltre, per la prima volta nella storia della kermesse lagunare, è stato dato meno peso ai grandi studi globali: oltre il 70% delle opere è stato progettato da studi gestiti da un singolo o da un gruppo ristretto di persone. Una scelta, questa, che rispecchia l’evoluzione in atto nel settore a livello internazionale. Nella visione della curatrice, quindi, l’architettura diventa veicolo di trasformazione nel segno della parità di prospettive.

Uguaglianza, sostenibilità, futuro. I tre concetti principali della Biennale trovano concretezza nella mission di NOST Architetti: performare gli edifici già costruiti per realizzare gli spazi del domani, dando valore alla qualità dell’abitare, un’esigenza uguale per tutti. Il nostro team esamina le caratteristiche dei luoghi per tradurle in occasione di sviluppo architettonico ed efficientamento energetico.

Il nostro metodo, collaudato in oltre quindici anni di esperienza, ci porta a ricercare le potenzialità di ogni struttura, per valorizzarle secondo un approccio green che vede nel riuso lo strumento indispensabile per un mondo migliore. Perché il patrimonio esistente è – e sarà – per noi ricchezza e opportunità, sempre.

Photo Credits: La Biennale di Venezia